Il pensiero di Michel Aflaq

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  1. Flegïàs
     
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    Questa è una raccolta di frasi e citazioni di Michel Aflaq su vari temi concernenti la nazione araba. Fonte: http://albaath.online.fr/English/Aflaq-03-on%20socialism.htm

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    Sul socialismo



    Colui che pensa che il socialismo sia una religione della pietà commette un grave errore. Non siamo eremita che si rifugiano nella misericordia di dare pace ad una coscienza turbata dalla miseria e dalla sofferenza, cosicché diventiamo grandi ai nostri occhi e dormiamo senza problemi. Difendere le masse defraudate non significa far loro elemosina ma chiedere i loro diritti. Noi non siamo solo interessati nell’alleviare la loro miseria ma anche nell’incrementare il loro livello di vita.
    (La ricchezza della vita, 1936)

    Noi crediamo che ogni rialzo dei prezzi che non ha una una vera ragione per alzarsi sia un trattamento superficiale destinato al fallimento. Il problema dell’alto costo della vita nel nostro paese è profondo, relativo alle fondamenta del nostro sistema sociale ed economico corrotto. È direttamente connesso con l’esistenza di una classe affarista e sfruttatrice, che fa soffrire il popolo. È il risultato di un sistema economico egoistico, che è libero da ogni supervisione o controllo da parte di uno Stato conscio e rigoroso che rappresenta pienamente il popolo.
    Il problema dell’alto costo della vita non potrà essere risolto se non alla luce dei princìpi socialisti ardentemente e fedelmente innalzati dal nostro Partito. Non sarà risolto se non attraverso la nazionalizzazione delle compagnie straniere e la loro messa sotto controllo statale, salvando così il popolo dallo sfruttamento dei loro interessi vitali, come l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni, e tramite la distribuzione tra i piccoli contadini delle terre demaniali, salvandoli dal feudalesimo che succhia il loro sangue e i loro sforzi e fa loro condurre una vita scarna e affamata, per la loro sofferenza continua al caldo estivo e al freddo invernale. Non sarà risolto se non forzando i grandi feudatari ed i capitalisti a rendere giusto il lavoro, a limitare l’oppressione creata dalla proprietà e dal capitalismo e garantendo ai contadini e ai lavoratori i loro diritti naturali in una vita umana e degna.
    (La nostra opinione rispetto al presente governo, “Al-Ba’ath”, 27 gennaio 1947)

    La classe dominante nella nazione Araba è, per struttura, educazione e interessi, incapace di fare, per non dire che odia farlo - realizzare la completa liberazione nazionale l’unità dei frammenti delle terre arabe, per questo incapace di realizzare l’unità nei cuori degli arabi.
    (C’è un compito popolare per la nazione Araba, “Al-Ba’ath”, 2 marzo 1947)

    L’interesse nazionale, la sopravvivenza della nazione Araba ed il suo progresso insieme alle nazioni in via di sviluppo, dipendono tutte dalla realizzazione del socialismo, che significa permettere ad ogni arabo, senza distinzione o discriminazione, diventare un’entità produttiva tangibile e non un’illusione.
    (La sopravvivenza della nazione Araba e il suo progresso sono nel socialismo, “Al-Ba’ath”, 7 ottobre 1950)

    Noi rappresentiamo la libertà, il socialismo e l’unità. Questo è l’interesse della nazione Araba, e come nazione intendo il più grande numero di persone e non quelle minoranze sfigurate e deviate che hanno negato la propria identità, la minoranza schiavizzata dal proprio egoismo e dai propri interessi privati, che non sarà parte della nazione ancora per molto.
    (La nazione Araba è la volontà della vita, aprile 1950)

    Noi, che non ci facciamo ingannare dall’apparenza, sappiamo che dietro l’opinione di ciascuno esistono fattori psicologici e morali così come fattori creati dagli interessi. Nella maggior parte dei casi, la contraddizione tra gli altri e noi non risiede nel pensiero, ma è una contraddizione tra interessi personali e distacco dal profitto personale. Coloro che pensano che la nazione Araba non sia sufficientemente matura per razionalizzare la sua causa come invece hanno fatto altre nazioni, e coloro che pensano che la nostra ragione abbia fatto il suo tempo non esprimono le opinioni della nazione, ma esprimono quelle del loro egoismo.
    (Il movimento ideologico completo, 1950)

    Il raggiungimento del socialismo nella nostra vita è una condizione fondamentale per la sopravvivenza della nazione araba e per il suo progresso. Se non diffondiamo il socialismo e se non ci sforziamo di realizzare la giustizia sociale per ogni individuo, e se il popolo arabo non sarà messo in marcia non sarà protetto dal regresso e dalla cospirazione.
    (Gli inganni della reazione e l’allerta del popolo, “Al-Ba’ath”, 15 giugno 1956)

    Il marxismo è una teoria socialista. È la prima e la più importante teoria scientifica ... e non è giusto vedere il marxismo come fanatismo. Dobbiamo essere obiettivamente aperti ad esso, e, anche nelle nostre differenze, dobbiamo argomentare proponendo tesi contro tesi e soluzioni contro soluzioni. Dobbiamo essere in grado di vedere sia la verità che gli errori, dovunque siano... La nostra posizione odierna verso il marxismo e il comunismo non è più negativa. Nel passato non fummo imitatori, e nemmeno oggi lo siamo, ma bisogna accogliere ciò che è benefico per noi e per la nostra lotta.
    (Un discorso ai ranghi, “La regione siriana”, 18 gennaio 1960)

    Il socialismo non significa estremismo, demagogia e esagerazioni insolenti. Non serve a calunniare gli altri. Il socialismo è un’analisi realistica ed una posizione pratica, la sua argomentazione oggettiva non deve essere affettata da desideri personali, ambizioni e influenze transitorie ma deve essere governata da uno spirito scientifico, abnegazione e onestà.
    (Ibid)

    Noi siamo parte della classe lavoratrice. I veri socialisti si considerano parte della classe lavoratrice. Il governo socialista è guidato dalla classe lavoratrice, presta attenzione a cosa essa può dare e la forgia all’interno della vita della nazione e nelle battaglie del destino, osservando i propri errori attraverso la pratica, o i dettagli della propria azione. Questo è il salto richiesto dalla rivoluzione, dall’intera rivoluzione Araba e in ogni regione Araba, perché la miopia, in passato, è stata un ostacolo.
    (Il ruolo della classe lavoratrice nella costruzione della rivoluzione Araba, novembre 1969)

     
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  2. Flegïàs
     
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    Sull’imperialismo e sul sionismo



    L’interesse della patria Araba non potrà mai affiancarsi al blocco occidentale o a qualcuno dei suoi membri. Perciò, la politica dei arabi dovrà essere una politica di neutralità tra i due blocchi, invece di legarsi ai nemici degli arabi con trattati. È imperativo impedire in ogni modo di legarsi ad un campo.
    (La nostra politica estera, “Al-Ba’ath”, 12 gennaio 1948)

    L’imperialismo, oggigiorno, ci impone una nuova e crudele battaglia per quale sta preparando ogni mezzo d’aggressione in suo possesso prima della crisi di Suez, questo fin da quando si rese conto della fermezza della coscienza rivoluzionaria araba e del fatto che le capacità popolari in alcune regioni arabe si sono bene organizzate. Ciò significa che questa battaglia è degli Arabi, prima anche che degli imperialisti. Il legittimo e naturale risveglio degli Arabi verso la strada della liberazione e del progresso forma, già di per sé, un grande pericolo per gli interessi dell’imperialismo e per la sua esistenza, non solo nella patria Araba ma nel mondo intero.
    (La nostra battaglia con l’imperialismo è inevitabile, “Al-Ba’ath”, 24 gennaio 1956)

    I popoli dei paesi imperialisti stanno diventando, giorno dopo giorni, sempre meno entusiasti di queste guerre imperialiste. Stanno allontanandosi in modo crescente da queste guerre, cosicché la battaglia sarà combattuta solo dalle persone realmente interessate ad essa. Questi capitalisti, avventurieri e mercenari che traggono profitto dalle guerre, quando raggiungeranno il loro stadio finale arriveranno alla loro fine, perché le guerre imperialiste non dipendono solo dagli imperialisti ma anche dalla capacità di questi ultimi di muovere i loro popoli verso queste guerre.
    (Il ruolo della battaglia algerina nella nostra lotta, 1956)

    I popoli liberi riconosceranno la nostra causa e la sosterranno solo quando capiranno che non è limitata ai desideri dei re e agli interessi delle classi privilegiate. Capiranno che dietro a questa lotta si cela un popolo che combatte l’imperialismo mondiale e scuota le sue fondamenta, e così non saranno più spaventati dall’affrontare i problemi con schiettezza e guardare in faccia il nemico interno con lo stesso coraggio e la stessa determinazione che se guardassero in faccia l’imperialismo stesso.
    (Il consenso del popolo è [l’arma] più forte, 16 novembre 1956)

    Questa avanzata nazionalista, caratterizzata dalla lotta contro l’imperialismo e dalla volontà di liberarsi da esso, è ancora insufficiente e inadeguata. Sarà arricchita e resa fertile dalle rivoluzioni sociale e ideologica.
    (Un nuovo livello per la nostra lotta, 12 ottobre 1957)
     
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